“Quanti fiori avete mangiato nella vostra vita? A noi piace scoprire il loro sapore ogni giorno”. È questo l’invito di Giacomo Miola alla scoperta dei suoi tour, esperienze di cucina itinerante. Gastronomic Trekking era tra le 40 startup presenti a Rimini, in occasione del TTG, ed è lì che abbiamo conosciuto Giacomo, suo Founder. Preso atto che il turista non ricerca un semplice servizio, ma esperienze, e che le “attività in destinazione” sono tra le aree di business prevalente per le startup italiane, secondo i dati dell’ultimo Rapporto dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo, abbiamo cercato di capire che cos’è un Gastronomic Trekking.
“Gastronomic Trekking è un percorso, un viaggio di conoscenza del territorio e della sua gastronomia locale – afferma Giacomo – è l’opportunità di vivere luoghi, attraverso i cibi e le materie prime che in essi si producono, entrando in contatto con la gente che vive in quei luoghi. Le cooking experience che proponiamo sono dei veri e propri laboratori nei laboratori, realizzati in ambiti e scenari molto eterogenei sul territorio”.
Un trekking tra profumi e sapori dimenticati, con la raccolta di erbe, fiori e piante aromatiche e spontanee, una cooking class per la trasformazione del raccolto secondo le ricette tradizionali e dell’innovazione gastronomica contemporanea ed una degustazione finale, accompagnata da altri prodotti locali.
“L’idea nasce un paio di anni or sono – continua Giacomo – quando abbiamo deciso di fare qualcosa per portare innovazione nel sistema del turismo gastronomico, ingabbiato in logiche economiche che stanno letteralmente devastando molti territori dal punto di vista antropologico, attraverso sistemi di omologazione e standardizzazione dell’offerta. Io mi definisco un metafarmer più che una guida gastronomica. Il metafarmer è colui che guida una esperienza gastronomica. Esso è un mediatore che conosce profondamente il territorio coi suoi “farmers”, con le loro pratiche di tradizionali o innovative”.
Ma chi è che pratica il Gastronomic Trekking? Su Trip Advisor l’attività è molto recensita, con punteggio massimo, soprattutto dagli stranieri. “Avendo scelto come primo laboratorio di sperimentazione la Costa d’Amalfi, e come lingua principale delle nostre attività l’inglese, il nostro pubblico è rappresentato principalmente da statunitensi, britannici, canadesi e australiani – conferma Giacomo – sono principalmente coppie, ma anche gruppi di età media che va dai 30 ai 45 anni. Il periodo di attività va da marzo ad ottobre”.
E per poter partecipare non bisogna essere camminatori esperti. “Il percorso è davvero per tutti. Le numerose attività che svolgiamo dalla raccolta di erbe, alla preparazione del pasto, alla degustazione, sono educative e piacevoli anche per i più piccoli se accompagnati dai genitori. I percorsi sono di medio livello e sono davvero “slow”, perché concepiti con l’idea di essere delle vere e proprie passeggiate gastronomiche in cui ci sia un ruolo attivo da parte di tutti i partecipanti”.
Ma cosa appassiona di più i partecipanti? “Probabilmente la sensazione (che spesso traspare dai loro volti a fine giornata), di aver fatto un’esperienza unica, mai standardizzata, non solo di cucina e che non si aspettavano di fare nel momento in cui l’avevano prenotata” – conclude Giacomo.
Una formula allora non soltanto perfettamente funzionante, ma che supera le aspettative dei clienti. Perché trasmette cultura e conoscenza, rispetto per l’ambiente e il territorio. E alla fine si riparte sempre tutti un po’ più ricchi.
Di Antonella Guerra per lanuovaecologia.it
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